
Cinque parole a vanvera su Greta
Polemica, Empatia, Queerness, Moto, Pokemon
Una dote/caratteristica che non può mancare ad una persona inclusiva
La capacità di astrazione, indispensabile per comprendere situazioni diverse senza per forza
confrontarle con la propria esperienza.
Cosa ami di più della tua vita?
La mia rete di relazioni e famiglia allargata, e la possibilità di vivermele apertamente. E il mio
gatto.
Ah già… thè o caffè?
Teino e tisane tutta la vita
Quali sono le condizioni necessarie per cui tu riesca a fare coming out in maniera serena all’interno di un contesto?
Sono molto consapevole del mio privilegio per quanto concerne i coming out (plurale necessario). Non dipendo dalla mia famiglia per il tetto che ho sulla testa, non lavoro con colleghi o capi che possono mettermi in difficoltà, per cui non ho bisogno di molti fattori per farlo serenamente. A chi magari è più giovane o in situazioni più complesse raccomando sempre di mettere sempre al primo posto la propria sicurezza personale, fisica ed emotiva, prima di fare coming out. Tendo a essere onesta al limite della brutalità per quanto riguarda il mio orientamento affettivo/sessuale e relazionale, per me il coming out è anche atto politico finché non saranno dati per scontati i diritti per tuttə. Trovo inoltre che sia un ottimo strumento per scremare rapidamente persone che magari non è positivo avere nella propria vita. L’unica eccezione al momento sono i miei nonni a cui sono molto affezionata. Non capirebbero il poliamore e ne sarebbero solo rattristati e confusi.
Si smette mai di fare coming out?
L’unico modo per smettere è non conoscere più nessunə di nuovə e ritirarsi nell’eremo con le proprie capre (ipotesi comunque col suo fascino). Io l’ho fatto con una collega proprio pochi giorni fa ed è andato molto bene! Nel tempo direi che ho sviluppato una specie di radar per capire in partenza chi può essere adattə e apertə a riceverlo, ma mi piace rompere le scatole e dare fastidio allə bigottə quindi lo faccio in ogni caso. Uno dei miei motti è “la polemica è il sale della vita”.
Hai esplorato vari orientamenti sessuali prima di arrivare al tuo orientamento attuale? Ti sei sempre riconosciuta nel poliamore?
Premesso che il poliamore è un orientamento relazionale e non sessuale, (ma comunque parte della comunità queer) esso è solo una tra le varie tipologie possibili di non monogamie. La monogamia è sempre stata una fatica e qualcosa che capivo come scelta altrui, ma senza che mi appartenesse. Mi sono definita a 18 anni come bisessuale e dai 20 ai 24 come lesbica. Nello stesso anno ho scoperto il mondo del poliamore, ho capito che era la mia identità e sono approdata alla definizione corrente di pansessuale.
C’è stata una persona che ti ha ispirata oppure aiutata durante il tuo percorso?
Ero in un momento di ricerca personale e sono stata aiutata da amicə attivistə che facevano parte del Gruppo Giovani GLBT di Firenze. Periodicamente si svolgono anche i cosiddetti poliaperitivi in cui ci si può incontrare, confrontare con chi magari è più avanti in un certo percorso e può essere una risorsa utile. Poi principalmente sono nerd e al tempo mi misi a leggere tutto lo scibile online, in inglese perché ancora in italiano non c’erano altrettanti testi.
Come viene percepito dall’esterno il tuo stile di vita?
Dipende dalle persone. Ci sono alcune reazioni classiche al tema poliamore, tra cui “io non potrei mai” (ma chi te lo ha chiesto, rispondo), “dove trovi il tempo?”, “non avete voglia di impegnarvi” e “ma fate le orge???”. Mia madre per lungo tempo lo ha etichettato con un denigratorio “farsi le corna a vicenda”, ora la vedo molto più comprensiva (ciao mamma!).
Moltə dicono “ma non puoi essere innamoratə di due persone per volta!” A pensarci, siamo circondati da personaggi con più interessi sentimentali nello stesso momento. È il classico triangolo amoroso nei film di ogni genere, da Bridget Jones a Hunger Games. La differenza è che alla fine, la norma è che una persona debba scegliere unə dellə due. Io semplicemente, se c’è il consenso di tuttə, non reputo necessario scegliere. Da poliamorosa, purtroppo, non mi godo più la trama di molti film! Si trovano anche persone più rispettose con un atteggiamento di onesta curiosità riguardo a uno stile relazionale di cui non hanno esperienza.
Trattandosi di relazioni, immaginiamo ci si basi su rapporti di fiducia totale su molteplici livelli; puoi dirci qual è il fondamento del poliamore dal tuo punto di vista?
Comunicazione, comunicazione, comunicazione. Il mio motto è “se facevo l’indovino, avevo più soldi”. Vale per ogni tipo di relazione, ma la non monogamia porta ancora di più ad implementare questo lato. Bisogna essere apertə nella espressione di emozioni e necessità, e decostruire i concetti in cui siamo statə immersə fin dalla nascita. Ci vuole tempo e pazienza e amore per sè stessə quando è faticoso e si sbatte la testa su quello che si vuole e sente. E studiare cose, leggere testi che possono dare tanti spunti e aiutarci a capire quello che si vive. Nessunə è solə in quello che sta passando.
Come funzionano le tue relazioni? Esiste una gerarchia?
Hai una sorta di relazione primaria, se così si può dire, o sono tutte paritarie?
La mia polecola (molecola di persone poliamorose a cui sono connessa, come una costellazione) non ha una gerarchia. Esiste anche il poliamore gerarchico come stile relazionale ma non fa per me. Vivo con Luca, con cui ho un progetto di vita anche come futuri coniugi, e sto insieme a J. e N., che a loro volta vivono insieme da anni. I miei rapporti sono tutti diversi perché diverse sono le esigenze e bisogni di ogni persona, ad esempio il passare più o meno tempo con una persona non indica l’importanza che ha nella mia vita. Vuole solo dire che quello è il modo di stare insieme che funziona per noi. Una grande obiezione che mi viene rivolta è “ma se siete poliamorosi che vi sposate a fare?”. La risposta è “per i vari motivi per cui la gente si sposa”. Ovviamente il matrimonio non è uno step necessario o il raggiungimento di chissà quale obiettivo personale. Non vuol dire negligere lə miə altrə partner, perché non hanno quella esigenza nei miei confronti.
L’argomento controverso ma che emerge spontaneamente è: si può ipotizzare un istituto simile a matrimonio e unioni civili per più di due persone?
La risposta per me è sì, ma non sono abbastanza ottimista da pensare che ci arriveremo entro questo secolo.
Consiglia un libro o un film per chiunque voglia approfondire l’argomento!
Sicuramente ‘La zoccola etica’ di Dossie Easton e Janet Hardy, che ormai ha diversi anni sulle spalle ma per me è sempre attuale per chiunque abbia relazioni, monogame e non. Non riesco a pensare a film con una rappresentazione delle non monogamie che mi sia piaciuto, invece consiglio molto la serie ‘Sense8’.