God Save the Queer! – NERI

Cinque parole a vanvera su Neri
Determinazione, empatia, malinconia, passione e sensibilità! Eccole, cinque precise! Quelle che davvero sento mie. Cinque come le punte di una stella al cui centro ci sto io, Neri, una persona transmasc non binary, asessuale e biromantica. In italiano uso i pronomi maschili. Sono di Firenze, ho ventisette anni e alcune pubblicazioni di fumetti alle spalle. Per non farmi mancare nulla, sono autistico, e la mia neuro divergenza sto iniziando a vedere sempre più come una forza che una debolezza, come il mondo vorrebbe farmi credere.

Una dote/caratteristica che non può mancare ad una persona inclusiva
Credo che la risposta che sto per dare sia, apparentemente, la più banale, ma credo che l’unica “dote” che si dovrebbe avere è quella di poter vantarsi di avere rispetto nei confronti delle altre persone che ci circondano: ascoltarle, comprenderle e non cercare di rubare la voce a loro dovuta.

Cosa ami di più della tua vita?
Le piccole cose buone che ogni giornata può donarmi, credo. Soprattutto quando ho il cuore spalancato.

Ah già… thè o caffè?
Caffè la mattina, in cui inzuppo i biscotti, tisane il pomeriggio.

Quali sono le condizioni necessarie per cui tu riesca a fare coming out in maniera serena all’interno di un contesto?
Mi devo, semplicemente, sentire al sicuro. Non so spiegarlo in altro modo, ahimè.

C’è stata una persona o più persone che ti hanno ispirato o guidato verso la consapevolezza attuale sulla tua identità e orientamento?
Di sicuro un gruppo di amicx in particolare, con lx quali ho sempre discusso molto rispetto a queste tematiche a me care.

Come vivi le tue relazioni da asessuale bi-romantico?
Per me, la cosa fondamentale all’interno di una relazione è essere in grado di stabilire una connessione empatica molto forte con le persone che mi interessano (perché sì, sono anche anarchico relazionale): vengo attratto prima dall’anima e poi, conseguentemente,
dal corpo. Io poi sono sì asessuale, ma non disdegno il sesso, anzi, lo ritengo un metodo giocoso per entrare in sintonia con lx altrx. Non è necessario, però, così come non è necessario il prezzemolo nella pasta aglio, olio e peperoncino.

Ti sei mai trovato in difficoltà a spiegare la tua identità alle persone? Trovi che dall’esterno ci sia una sorta di resistenza e incomprensione generale quando si affronta questo tema?
Ho avuto difficoltà a spiegarla e farla capire solo ai miei genitori. Non sono persone bigotte, anzi, solo che credo non abbiano proprio capito il discorso che feci loro per una questione di differenza generazionale. Però, alla fine, qualcosa credo di aver trasmesso. È solo che necessitano di molto tempo per interiorizzare queste cose. In generale, comunque, noto che coloro che hanno più difficoltà a comprendere la questione delle identità di genere siano tutte persone che rientrano in una fascia d’età abbastanza specifica, quella dai +30 anni. Contrariamente, lx giovani sono sempre più informati e la sensibilità che mostrano ogni volta mi fa ben sperare per il futuro. Pensiamo che oggi ci sia ancora molta ignoranza riguardo a tutto quello che rientra nel termine ombrello transgender.

Perché c’è ancora bisogno di spiegare cosa significa non-binary? Come lo spieghi quando te lo chiedono?
Significa, almeno per me, non lasciare che le mie caratteristiche fisiche definiscono per forza la mia identità, il mio Io. È come avere un’edizione di un libro che ci piace particolarmente, in cui ci rivediamo, che però ha una copertina che non ci aggrada.
Ma il contenuto del libro, quello, fortunatamente, non cambia.

Quali sono le domande più inopportune che ti vengono rivolte in merito?
Non me ne vengono in mente, forse perché non me ne sono mai state fatte di così terribili.

Quali sono secondo te i primi passi necessari verso una società più inclusiva?
Smetterla di giocare con i diritti delle minoranze, ad esempio. Sarebbe un bel primo passo, credo. Poi c’è la questione dell’abolizione del patriarcato, ma non mi pronuncio oltre perché sennò rischio di mettere trigger warning ovunque per linguaggio scurrile e bestemmie varie.

Da dove nasce questa tua passione per arte, scrittura e poesia? Ti ha aiutato il tuo percorso artistico ad affermare meglio la tua personalità o viceversa?
Nasce con me! Da quel che ricordo, ho sempre scritto e disegnato, fin dalla più tenera età. Il percorso che ho fatto ha solo rinsaldato le basi di queste mie passioni.

Consiglia qualcosa da vedere, ascoltare o leggere per chiunque voglia approfondire l’argomento!
Sono talmente un criticone quando si tratta di consigliare prodotti mediatici/artistici ecc che finisco sempre per consigliare la solita cosa a tuttx, ovvero la visione di “Steven Universe”.
È, per me, un capolavoro di narrazione visiva, ed affronta tante tematiche legate alla comunità LGBTQA+ in modo poetico ed efficace.